Eccerto che se nn ci complichiamo la vita nn ci divertiamo eh?!...Spesso la forma è anche sostanza, anzi direi senza
esitazione alcuna "sempre".
Ricordi il "ready-made"? Una qualsiasi cosa assurge ad arte, per il semplice fatto che a dirlo sia un artista. Ecco perchè il piasciatoio girato sotto-sopra da Marcel Duchamp viene definito "fontana", e Manzoni (nn lo scrittore) defeca nei barattoletti mettendoli in vendita e chiamandoli "mèrde d'artist" perchè il francese andava di moda a quel tempo.
http://www.google.it/search?hl=it&source=hp&q=manzoni+*****+d%27artista&btnG=Cerca+con+Google&meta=&aq=f&oq=
In particolare, i ready-mades sono un’invenzione di Marcel Duchamp, al quale si deve anche l'invenzione del termine
che li definisce, il quale propone, nel 1913, la sua celebre ruota di bicicletta, dando così il via ad una delle operazioni maggiormente dissacratorie dei concetti tradizionali di arte.
Duchamp compie in sostanza sull'oggetto un'operazione di spostamento del significato oggettivo, con conseguente
attribuzione di nuova identità , per cui, se un comunissimo oggetto viene collocato in un contesto insolito ed inusuale (galleria o museo), ecco che automaticamente viene elevato al rango d'opera d'arte, con una spregiudicata affermazione di nichilismo estetico.
Nn ti voglio complicare la vita più di quanto tu nn te la sia già complicata circa l'affermazione del divino Ludwig van in relazione al canone, ma se di musica vogliamo parlare è appena il caso di citare il "canone inverso". Per canone inverso si intende una particolare struttura musicale impiegata normalmente in brani di tipo polifonico, come la 'fuga' per intenderci, realizzata da due o più parti vocali o strumentali, che consiste nel far iniziare una melodia da una sola parte e di farla seguire, dopo un dato intervallo, da una diversa parte che ne propone il disegno melodico con moto contrario.
Un canone inverso (detto anche canone per moto contrario) fa muovere la voce conseguente in moto contrario rispetto alla voce antecedente. Ad esempio, se quest'ultima sale di una quinta, la conseguente scende di quinta, e viceversa. Una sottovariante del canone inverso, "a specchio" mantiene esattamente gli intervalli: una sesta maggiore resterà una sesta maggiore, e non potrà diventare minore. Nella grande maggioranza dei casi, tuttavia, per venire incontro alle esigenze della scala diatonica, i compositori non adoperano canoni a specchio.
Qual è la morale?....E chi può dirlo?