Io ho la fortuna sfacciata di studiare sotto due maestri orientali ognuno dei quali ha raggiunto i massimi risultati sportivi (in patria e nel mondo) nella propria arte marziale. Nessuno dei due è giapponese. Ho fatto anni fa due stage con un maestro giapponese, nipote del fondatore del suo stile, decisamente bravo, ma, pur considerandolo un ottimo maestro, i miei contatti con lui sono stati talmente limitati da non consentirmi di constatare la veridicità di quanto hai detto sui giapponesi.
Ebbene, la vedo in maniera diversa da te. L'occidentalizzazione è necessaria, ma un maestro orientale occidentalizzando cambia tutti i parametri cui è abituato. I miei maestri hanno cominciato uno nella sua infanzia, l'altro giovane adolescente; hanno praticato ore e ore ogni giorno della loro vita; si sono allenati ed hanno gareggiato a livelli impensabili per un italiano; hanno fatto allenamenti che, se proposti ad un italiano, lo indurrebbero a chiamare il centro igiene mentale per far portare via il maestro (come tu ben saprai ad esempio in Cina certi allenamenti, che sembrano trovate comiche dei film di kung fu, sono invece pura realtà, tipo la posizione ma bu tenuta per più di un'ora...).
Quello che ti insegnano è necessariamente adattato alle capacità di gente (cioè noi) che, nelle loro scuole, non farebbe nemmeno il primo esamino di ammissione. E' ovvio che cercano con pazienza di tirare fuori da te il massimo, ma la materia prima è quella che è (spesso non per colpa del praticante, ma per i tempi di allenamento che sono assolutamente inadeguati).
Il bancarellaro di Hong Kong probabilmente pratica in due mesi più ore di quanto un buono studente pratichi in un anno.
Saprai che fa parte della cultura cinese il fatto che il maestro non insegna proprio tutto ciò che sa all'allievo (c'è la simpatica storiella del gatto e della tigre, ma non voglio dilungarmi troppo; il motivo è che l'allievo, per divenire a sua volta maestro, deve metterci del suo); direi che in Occidente non c'è il minimo bisogno di farlo volontariamente, poichè già lo stile di vita diverso lo renderebbe impossibile anche volendo.
Poi ogni tanto c'è il vero campione occidentale che, portatissimo e fisicamente dotato in maniera eccezionale, riesce a raggiungere vette straordinarie e competere a pari livello con i campioni orientali; in quei casi ti viene da chiederti che cosa sarebbe stato in grado di fare se fosse nato là... Comunque parliamo di casi alquanto rari (nella Thai Boxe mi viene in mente solo Ramon Dekkers, per esempio).
Un piccolo suggerimento: io ho trovato utile, proprio in Cina, per avere dei bei video da cui imparare o trarre spunti, andare a filmare direttamente i maestri nella loro patria; se mentre facevi chi sau ad Hong Kong qualcuno ti ha filmato penso tu possa trarre molti spunti interessanti da quel video; un'altro bel sistema è filmare, se possibile, le lezioni che fanno nelle scuole ad allievi della loro stessa terra, se la scuola è abbastanza grande dovrebbe essere possibile evitare il rischio che si mettano in posa o facciano lo spettacolino a tuo beneficio. Infine si può sempre filmare una pubblica esibizione o dimostrazione, lì si che non notano che c'è uno straniero che riprende.
x Kagemusha: d'accordissimo con te che prendere una strada sbagliata è semplicemente suicida; dedichiamo poco tempo (rispetto agli orientali) alle AM, figurati se quel tempo lo disperdi su una strada sbagliata! E del resto la bravura di un grande maestro la vedi o con l'esperienza o vedendo come si muovono i suoi migliori allievi (ovvio che se ha vinto titoli nazionali, europei o mondiali un po' di credito glielo dai anche senza vederlo, ma bisogna vedere se sa trasmettere la conoscenza). Certo però che sono discorsi che purtroppo vanno bene quando di strada ne hai fatta già un bel po' ed hai magari già cambiato più maestri, purtroppo per chi inizia è un po' una lotteria!