"parare" dovrebbe essere l'extrema ratio di ogni guerriero.
Pensando alle tempistiche di combattimento, immaginiamo una parata, dilatando enormemente il tempo e razionalizzando gli istanti:
1-il pugno parte, diretto sul nostro viso
2-percepiamo la direzione, solleviamo la nostra guardia per "dare un muro" su cui si infrangerà il colpo
3-il colpo si abbatte. Ammesso che la parata abbia avuto effetto, subiremo i danni dell'impatto.
4-utilizzando la stessa mano o l'altra, contrattacchiamo.
come comprensibile, questa tempistica può essere "sconveniente" in quanto impegna gli arti alla difesa e per l'attacco in due tempi differenti:
colpo->parata->contrattacco.
Vien da se che sotto una grandinata di colpi si rischia di lasciar cadere la guardia per il dolore causato dagli impatti su braccia/gambe per le parate.
Analizzando invece la parte "controllo" di una tecnica avversaria, consta fondamentalmente di "prendere contatto" con l'avversario e "spezzarne" le tecniche sul nascere. Ovviamente sto parlando per la visione wing chun delle cose. Lo schemino diventerebbe così:
1-Parte il colpo
2-contemporaneamente parte il nostro colpo, che è contemporaneamente difesa, controllo e attacco (attacco triangolare/tridimensionale)
3- il nostro colpo, tramite il controllo, si adatta e trasforma difendendo e attaccando contemporaneamente, e si abbatte, dando il vuoto alla tecnica avversaria.
quindi i tempi marziali si restringono enormemente e permettono un costante adattarsi ai movimenti avversari: controllando la direzione delle mani/braccia/piedi possiamo, tramite principi semplici (ma per niente facili da imparare) come la difesa/attacco triangolare, il "dare il vuoto", il controllo della linea centrale ecc ecc, colpire tirando via il nostro corpo dalla linea di attacco avversaria. In sintesi, entriamo nella nostra area di trapping, in cui le mani avversarie sono controllate dalle nostre che contemporaneamente colpiscono.
spero di esser stato chiaro :)