Dalla II metà del secolo XVII la scherma di daga in Italia viene adattata ad un uso più popolare.
Esso si diffonde soprattutto in cinque regioni (Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), cui si aggiunge la Corsica, regione amministrativamente non italiana, ma la cui scuola di coltello è, per caratteristiche, italiana; queste scuole di scherma di coltello si sviluppano in quelle regioni dove il coltello si associa all'onore.
Le scuole sono Corsa, Romana, Napoletana, Salernitana, Foggiano-barese, Brindisino-leccese, Tarantino, Calabrese, Palermitana, Catanese, cui s'aggiungono quelle zingare.
Ad esse si aggiunsero varie diramazioni, poiché gli allievi tendevano a formare nuove scuole.
I gradi d'istruzione sono Coltello, Coltello e indumento (protezione del braccio sinistro), Coltello dentro edifici (per risse) e Coltello con mani ammanettati.
Nelle altre regioni ci sono comunque particolari tecniche, legate alla malavita e all'abilità degli abitanti, e bisogna considerare anche delle tecniche sviluppate dagli Zingari.
Nei duelli ad esempio all'italiana (i più classici) la vittoria in uno scontro poteva durare anche solo pochi istanti si basava su un inganno o “un’astuzia” che però se conosciuta dalla controparte si rivolgeva contro.
Talune Scuole, orientate al solo scopo della vittoria in un duello (diffusi nel passato in talune zone del nostro territorio) o combattimento, basavano l’insegnamento su poche tecniche che però dovevano essere conosciute ed allenate benissimo, tramandate solo all’interno della stessa Scuola, in particolare quando queste permettevano di aver la meglio sul proprio avversario grazie alla sorpresa.
Spesso capitava che vinceva non chi era più allenato o sapeva “più tecniche”, ma chi nel gestire meglio l’emozione del combattimento riusciva a trarre in inganno l’avversario, anche con un solo gesto.
Spesso veniva mantenuto riserbo sui vari riferimenti (Maestri) al fine di mantenere un vantaggio sulle altre Scuole (che altrimenti avrebbero potuto a loro volta riferirsi agli stessi) e in parte perché comunque gli stessi Maestri o meglio “esperti di coltello” non desideravano in alcun modo essere citati.