Aikido ha le sue radici in una delle più antiche arti da guerra giapponesi. Il suo insegnamento era tenuto segreto e rivelato soltanto a pochi discepoli per lo più nobili. Esso trae quindi le sue origini dalle gesta dei Samurai.
Con il Maestro Morihei Ueshiba diventa via da percorrere per il raggiungimento efficace dello sviluppo, l'integrazione e l'utilizzazione completa delle energie fisiche, mentali e spirituali dell'uomo. Scopritelo con noi!
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AikidÅ (åæ°é, anche åæ°£é usando un più antico kanji, letteralmente significa "via [do] dell'armonizzazione [ai] dell'energia [ki]") è ritenuta una moderna arte marziale giapponese. I praticanti vengono chiamati aikidÅkaãåæ°é家. Fu sviluppata da Morihei Ueshiba æ¤èçå¹³ (anche chiamato dagli aikidÅka Åsensei (ç¿å
ç - "Grande maestro") nel periodo che va dagli anni trenta agli anni sessanta. Tecnicamente la maggior parte dell'aikidÅ deriva dal DaitÅryÅ« AikijÅ«jutsu 大æ±æµåæ°æè¡, forma del jÅ«jutsu, e dal kenjutsu å£è¡, o arte della spada giapponese.
Tecniche
L'AikidŠincorpora un'ampia serie di tecniche che usano i principi di energia e movimento per deflettere e neutralizzare l'attacco, o più attacchi, da parte di una o più persone. Ai livelli più alti l'AikidŠpuò essere usato per difendersi senza causare gravi danni né al difensore né all'attaccante. Se praticato correttamente dimensioni e forza non sono importanti per l'efficacia della tecnica. L'AikidŠè considerato una delle arti marziali più difficili in cui diventare esperti.
Allenamento
Il metodo di allenamento varia da organizzazione a organizzazione - a seconda del dojo d'appartenenza -, anche se di solito le lezioni consistono in un insegnante che mostra alcune tecniche e gli studenti che imparano a imitarle. L'allenamento avviene a coppie: una persona, detta uke, conduce il suo attacco contro una seconda persona, detta nage o tori, che ha il compito di neutralizzarlo attraverso l'uso di una tecnica. I ruoli di uke e tori sono fondamentali e gli studenti devono interpretarli entrambi per imparare, sia a difendersi da un attacco, sia a subire una tecnica senza riportare danni o riducendo questi al minimo. Lo sviluppo dell'agilità , della percezione degli spazi e dei movimenti dell'avversario, uniti alla precisione del gesto e del movimento del corpo, educano col tempo l'allievo a eseguire le tecniche, prima definite rigidamente e in modo statico sotto forma di esercizi, in modo più dinamico e realistico. Per questo motivo, spesso i maestri ritengono utile che gli studenti fin da subito - anche se in modo proporzionato all'esperienza - prendano parte a jiyu-waza o randori, ossia allenamenti in cui tori è sottoposto a più attacchi da più uke, in modo da rendere gli stessi attacchi meno prevedibili e il contesto di allenamento più dinamico.
L'allenamento consiste principalmente nell'imitazione del maestro durante l'esecuzione della pratica, non solo nel suo aspetto formale, ma anche e soprattutto nell'espressione dell'energia interiore, detta "kokyu", impiegata durante l'esecuzione delle tecniche. Questo tipo di allenamento è particolarmente evidente nelle tecniche con l'uso delle armi. Il suo scopo è quello di preservare le tecniche tradizionali e la trasmissione dell'espressione di quella componente delle energie interiori chiamata kokyu
Ueshiba Morihei non permetteva la competizione durante l'allenamento perché considerava alcune tecniche troppo pericolose e perché credeva che la competizione non sviluppasse lo spirito giusto tra gli studenti.
Attacco
Gli attacchi dell'aikido usati comunemente durante l'allenamento includono vari colpi e prese come shomenuchi (un colpo verticale alla testa), yokomenuchi (un colpo laterale su un lato della testa o del collo), munetsuki (un pugno diretto), ryotetori (una presa a due mani) o katatori (una presa alla spalla). Esistono anche una serie di calci che però vengono usati raramente durante l'allenamento.
Difesa
Le tecniche di aikido si basano principalmente sullo sbilanciamento dell'attaccante e nell'applicazione di leve alle articolazioni. A seconda della situazione, la tecniche di difesa, o termino con proiezioni (nage-waza) in cui l'avversario viene "proiettato" - potremmo dire "lanciato", o obbligato ad allontanarsi velocemente - e tenuto quindi a distanza, o con dei controlli e imobilizzazioni a terra (katame-waza). La difesa spesso si costruisce mediante l'uso di schivate, sbilanciamenti e riequilibri di azione e distanze. Per questo motivo l'irimi, ossia "entrare", tenkan, ossia girarsi, sono concetti fondamentali. à importante anche lo stesso colpire, atemi, nonostante il "colpo" non sia mai portato a termine, ma utilizzato solo come strumento di distrazione dell'avversario. Lo scopo principale di tori, infatti, è modificare la dinamica dell'azione a proprio favore.
Hara
L’aikido può essere definito, in maniera un po’ riduttiva e semplicistica, la via dell’unificazione delle energie. à cioè un mezzo per unificare le nostre energie interne: ad esempio, emozioni, istinti, pensieri sotto il dominio del nostro centro psico-fisico, simbolicamente identificato nell’hara, uno spazio energetico posto, fisicamente, attorno all’ombellico. L’Aikido è un modo per ritrovare il senso delle relazioni umane, per sentirci uniti ai nostri simili, ai nostri fratelli, nella stessa ricerca di amore e di realizzazione delle nostre potenzialità . L’aikido è anche uno strumento per riunificare le nostre energie individuali con l’universo e con ciò che lo pervade, per essere, cioè un tutt’uno con la Natura con la sua Coscienza.
La storia
Il nome aikido è formato da tre caratteri sinogiapponesi, åæ°é che usando la traslitterazione più comune vengono scritti come: Ai, Ki e DÅ. Spesso vengono tradotti rispettivamente come: armonia, energia e via, quindo aikido può essere tradotto come "la via dell'armonia attraverso l'energia". Un'altra interpretazione comune degli ideogrammi è armonia, spirito e via quindi aikido diventa: "la via per l'armonia dello spirito". Entrambe le interpretazioni evidenziano il fatto che le tecniche dell'aikido si basano sul controllo dell'attaccante controllando e deviando la sua energia e non bloccandola.
Ueshiba Morihei sviluppò l'aikido, dopo aver studiato a fondo il jūjutsu, principalmente dal Daito Ryu aikijutsu, incorporando i movimenti dello yari (lancia), jo (bastone corto: 127 o 123cm) e probabilmente anche il juken (baionetta). L'influenza della spada è molto forte; si può dire che un praticante di aikido muove il proprio braccio come se fosse una spada. Gli attacchi shomenuchi e yokomenuchi derivano entrambi da attacchi con le armi. Alcune scuole di aikido non usano armi nell'allenamento, altre dedicano metà del loro tempo nello studio del bokken (spada di legno), del jo (bastone) e del tanto (coltello di legno). La maggior parte delle tecniche di aikido possono essere eseguite sia armati di spada o di bastone che a mani nude.
Stili
Esistono una moltitudine di stili, scuole e federazioni di aikido.
L'organizzazione più grande legata all'aikido è Aikikai a cui fa capo la famiglia del fondatore. Sono numerose le affiliazioni che ne fanno parte in molti paesi del mondo e che si differenziano per il metodo di allenamento e alcune differenze tecniche. In Italia, l'Aikikai d'Italia è una'associazione culturale senza scopi di lucro e con qualifica di Ente Morale, a riconoscimento dei valori educativi e morali di cui l'associazione è portatrice, ed è guidata nella sua direzione didattica dal Maestro Hiroshi Tada 9° dan, aiutato dal Maestro Yoji Fujimoto 7° dan e dal Maestro Hideki Hosokawa 7° dan. L'associazione Aikikai d'Italia ha come scopo statutario la diffusione in Italia dell'Aikido e della cultura tradizionale giapponese.
la "Associazione Aiko", fondata da alcuni dei primi allievi del Maestro Hiroshi Tada, ha come principale riferimento tecnico il Maestro Tamura Nobuyoshi 8° dan.
L'Area Discipline Orientali del UISP (Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI) organizza il settore Aikido caratterizzato dall'attenzione verso la formazione degli insegnanti e forte della collaborazione di Christian Tissier Shihan dell'Aikikai di Tokyo.
L'Iwama Ryu a cui fa capo Hitohiro Saito, figlio di Morihiro Saito, è un'organizzazione indipendente. Questo stile enfatizza la relazione tra tecniche a mani nude e tecniche con le armi. Numerosi gruppi in Italia seguono le orme di Saito.
La Ki Society che pone l'enfasi sulla fluidità delle tecniche e su uno speciale programma per lo sviluppo del ki.
Aikido Osaka Buikukai, la scuola di Sensei Hirokazu Kobayashi Shihan
Kokusai Aikido Kenshukai Kobayashi Hirokazu Ha, altra scuola che fa capo agli insegnamenti di Kobayashi Hirokazu Sensei
La "Takemusu Aiki Tomita Academy" Accademia per lo sviluppo del Takemusu Aiki Takeji Tomita Sensei 8° Dan.
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La tenuta
La tenuta di base è il keikogi, chiamato in maniera non del tutto adeguata «kimono». à composto da una giacca e un pantalone di cotone bianco. La giacca è tenuta chiusa da una cintura (obi). Un altro elemento che fa parte della tenuta è l'hakama, una sorta di pantalone accessorio nero, blu o bianco. Quando il 'maestro' lo ritiene opportuno autorizza l'allievo ad indossare l'hakama. A seconda dei dojo, questo avviene al 3° kyū o al 1° kyū
I titolari di un grado dan sono obbligati a portare l'hakama.